Sin dai tempi remoti non vi era nulla che l’indù desiderasse quanto i figli: da qui il suo desiderio di potenza sessuale e la sua adorazione rituale dei simboli della riproduzione e della fertilità (lingam e yoni). Nella religione induista il lingam è un oggetto di  forma ovale, simbolo fallico considerato una rappresentazione del dio supremo Shiva. Lo jyotirlingam ( il segno radiante di Shiva) è un lingam che si ritiene abbia poteri speciali: in India ve ne sono 12 in altrettanti templi considerati particolarmente sacri, uno dei quali si trova ad Omkareshwar.

Omkareshwar si estende sulla riva sinistra del Narbada, uno dei fiumi sacri dell’India, e su un’isola. Ai piedi di un antico palazzo si allineano povere abitazioni e templi in una confusione di pellegrini, mendicanti, venditori di fiori per la puja (l’offerta).

Man mano che ci si avvicina al tempio la folla aumenta. All’entrata del tempio si lasciano le scarpe (neanche i calzini sono permessi tanto più che, nell’approssimarsi al lingam, poiché esso è posto in acqua e bagnato continuamente dai brahmani tutto il percorso risulta allagato;) quindi ci si colloca su una delle due file parallele che avanzano lentamente verso l’interno del tempio. Mentre sono in fila un brahmano mi offre le sue preghiere per esaudire un desiderio: naturalmente il prezzo deve essere proporzionato al desiderio e parte da 250 rupie (il costo del pasto per un indiano è inferiore alle 30 rupie!!).

Dopo essere passato davanti al lingam (senza la preghiera del brahmano), in una folla di uomini e donne di ogni età, mi sono diretto verso la riva del fiume per prendere un’imbarcazione e tornare dall’isola sulla terra ferma.

Le pareti rocciose sulla riva sinistra quasi di fronte all’isola, fino all’inizio del ‘900, attiravano devoti suicidi che ritenevano di acquisire meriti particolari lanciandosi proprio davanti al tempio di Shiva. Ma va chiarito che il culto caratteristico di Shiva è uno dei più austeri ed ascetici culti indù e gli adoratori più devoti al lingam sono i Lingayat, la setta più puritana dell’India. “Toccava ai nostri ospiti occidentali- dice Gandhi- farci conoscere l’oscenità di molte pratiche alle quali fino ad ora ci siamo abbandonati innocentemente. Fu nel libro di un missionario che appresi per la prima volta come il lingam di Shiva avesse un significato osceno”.