Le grotte di Ellora rappresentano una delle più belle immagini della tolleranza religiosa dalla quale il popolo indiano si discostò solo in rare occasioni. Esse appartengono alle tre grandi religioni nate in India e sono molto più che una testimonianza dell’apertura dello spirito indiano: costituiscono una delle maggiori espressioni dell’arte all’inizio del medioevo indiano con gli splendidi bassorilievi, le statue e l’architettura del tempio di Kailasha scolpito nella roccia basaltica come una gigantesca scultura.

tempio di Kailasha

E’ la più grande costruzione monolitica esistente (91x39x33m di altezza) e, per realizzarla, sono stati necessari circa 150 anni di lavoro a partire dalla seconda metà dell’VIII secolo. Il blocco centrale di forma piramidale e altezza decrescente riproduce simbolicamente il Kailasha, la montagna cosmica della mitologia brahmanica, residenza e paradiso di Shiva e Parvati. 

Il tempio, di grande delicatezza nei dettagli architettonici e nell’insieme delle sculture, rappresenta una vera e propria “enciclopedia” dell’induismo.

Mentre tutte le grotte induiste sono dei templi, quelle buddhiste, con una sola eccezione, sono dei vihara ovvero dei monasteri: scavate nella roccia nel VII e VIII secolo,  si presentano con uno spazio centrale occupato da colonne dagli interessanti capitelli  con ai lati le celle/grotte dei monaci; sul fondo una cella con una statua del Buddha, preceduta, ai lati, da due bodhisattva, i santi buddhisti che rinunciano al Nirvana per continuare a predicare agli uomini.

Una sola grotta è stata costruita come un santuario (chaitya) ed è stupefacente quanto nella struttura sia simile a una chiesa cristiana con le colonne che separano le navate, il coro, il soffitto con travi scolpite nel basalto, e lo stupa sul fondo con Buddha seduto in trono.

Il gruppo di grotte jainiste è di epoca posteriore  (X e XI secolo) e non propone nessuna nuova forma architettonica, e in un caso tende a riprodurre, in scala ridotta, il tempio di Kailasha.