Aielli è un borgo medievale della Marsica a poco più di 1000 m. di altitudine, con circa 1500 abitanti; circondato da montagne maestose, domina, su uno sperone di roccia calcarea, una vallata occupata in passato dal terzo lago italiano per estensione -il lago del Fucino oggi prosciugato-; per la sua posizione il borgo costituiva una roccaforte per il controllo del territorio sia in epoca romana che medievale.

Nonostante, in seguito al devastante terremoto del 1915, il centro urbano sia stato spostato più in basso all’altezza dell’attuale stazione ferroviaria, oggi è possibile visitare, ad Aielli alto, l’antico borgo recuperato, abitato e “rivitalizzato” con le sue porte, i suoi vicoli, la sua struttura urbanistica.

Risulta piacevole percorrere senza meta le strade e i vicoli del borgo, scoprendo murales molto belli, fino ad arrivare nel punto più alto, fino alla torre delle stelle con il suo osservatorio astronomico.

Ad Aielli, negli ultimi anni,  il lento spopolamento comune a tanti altri borghi di montagna é stato contrastato attraverso la creazione e la promozione di un evento culturale – “Borgo Universo”- confidando che questo potesse contribuire sensibilmente ad attirare quei visitatori necessari ad un rilancio delle attività economiche e del turismo.

Borgo Universo é un evento estivo che costituisce di fatto un contenitore culturale per street art, musica, danza, teatro, letteratura, astronomia e, naturalmente, street food. La street art in particolare, con i murales realizzati tra i vicoli e sugli edifici, riesce ad attirare viaggiatori e curiosi in tutti i periodi dell’anno.

Tra gli artisti  vi sono personaggi conosciuti in tutto il mondo e altri meno noti, ma tutti hanno contribuito con le loro opere alla valorizzazione del borgo di Aielli. Provo a commentare alcune di queste opere. L’albero è una figura ricorrente: l’albero di Sam3 vuole richiamare lo spirito dei cittadini di Aielli: è necessario aver cura delle radici se si vuole arrivare alle stelle.

Mentre Alberto Cicerone ha voluto celebrare il legame tra cosmo e natura con il suo albero su un elegante e affascinante sfondo stellato.

Vi sono poi dipinti che richiamano in qualche modo caratteristiche del territorio marsicano: è il caso del murale di Gemini in cui i due uomini hanno tra le mani strumenti agricoli

o il murale di Holaf e Giardina nel quale un orso marsicano é alla ricerca di un difficile equilibrio

Su un muro nei pressi della torre medievale osservatorio Gio Pistone, in un murale dal titolo De-sidero, ha rappresentato le costellazioni dell’emisfero australe in un’esplosione di colori

David de la Cruz, fotografo e artista spagnolo, ha voluto rappresentare nel suo murale la teoria dei cunicoli spazio temporali.

Dal tono decisamente diverso è l’opera di Nic, (Nicola Alessandrini) frutto dei ricordi dell’infanzia dell’artista, che frequentava una scuola vicino ad un mattatoio. Nel murale intende  sottolineare la decentralità dell’uomo rispetto all’universo e l’esigenza di guardare dentro di sé con umiltà e consapevolezza dei limiti che caratterizzano il nostro passaggio sulla terra. Colori e immagini richiamano qualcosa di inquietante in cui inconscio, paura e realtà si intrecciano.

Francesco Camillo Giorgino, artista conosciuto in tutto il mondo col nome di Millo, pugliese di Mesagne laureato in architettura, con le sue opere  disseminate tra Roma, Milano, Bologna, Firenze, Parigi, Londra, Lussemburgo e Rio de Janeiro. Utilizza quasi esclusivamente il bianco e nero. I murales, pieni di dettagli, inglobano, il più possibile, gli elementi dell’architettura circostante. Dice Millo ” Sono solito realizzare le mie opere con l’aiuto di piattaforme aeree. Una volta a bordo, mi posiziono a metà della parete e, con una lunga asta alla cui estremità è attaccato un pennello, abbozzo con un grigio quasi impercettibile le figure dei miei personaggi, così da averli disposti nello spazio come immagino. Successivamente, a colori pieni, realizzo le ombre, i colori e il nero tutto rigorosamente a mano libera …….Non ho un messaggio unitario nelle mie opere, ogni opera porta con sé un messaggio diverso e creato appositamente per il luogo in cui si troverà. La scelta del nero è perché, nella sua pulizia e semplicità, ha sempre soddisfatto completamente la mia volontà espressiva…..”. Nel murale dipinto quest’anno ad Aielli Millo rappresenta una bambina che, con una specie di spatola, strappa pezzi di una città caotica facendo emergere l’universo: una sollecitazione, forse, ad andare oltre la superficie delle cose.

Guerrilla Spam è un collettivo nato a Firenze che, dal 2010, interviene sui muri delle città; nasce come spontanea azione non autorizzata di attacchinaggio negli spazi urbani, senza un nome e un intento definito. Dal 2011 realizza numerosi lavori in strada in Italia e all’estero, lavori che presentano un forte interesse per le tematiche sociali e per il rapporto tra individuo e spazio pubblico.  Preferisce l’azione urbana illegale all’evento  ufficiale e autorizzato e, costantemente, svolge un lavoro nelle scuole e Accademie di Belle Arti, nonché un’attività didattica nell’ambito delle migrazioni volta anche a favorire lo scambio culturale. Dicono della loro attività :“…..se dobbiamo intervenire in spazi pubblici per lavori di muralismo, quindi teoricamente permanenti, commissionati da istituzioni e amministrazioni, allora svolgiamo un lavoro differente di studio del muro, del territorio, della popolazione e delle sue tradizioni culturali per dipingere un qualcosa che si inserisca nel contesto in modo, possiamo dire, armonico. Il poster, all’opposto, ci permette di essere più irruenti, non tenendo conto del contesto, accettando tuttavia qualsiasi reazione del pubblico che può reagire in modo “forte” allo stesso modo in cui noi, con forza, gli abbiamo imposto di guardarlo. Possiamo paragonare il nostro muralismo a un discorso pacato e ordinato, fatto di storie, aneddoti e domande, e il nostro poster a un grido o uno schiamazzo condito anche da imprecazioni, ovviamente con la calata toscana….”

Ad Aielli Guerrilla Spam ha realizzato “Segnali di vita”: una grande figura con forme umane e, nello stesso tempo, mostruosa e surreale; dentro di sé  contiene una miriade di altre forme di vita: cellule, nuvole, alberi, stelle, diversi animali. Un insieme di vite le une dentro alle altre.  In basso una piccola figura che sintetizza il senso dell’opera.