Il Trullo è un quartiere della parte sud ovest di Roma, tra via della Magliana e via Portuense, che prende il nome da un antico borgo romano situato sulla riva destra del Tevere. In periodo fascista vennero costruite le case popolari in cui presero alloggio gli italiani rimpatriati da tutta Europa, i lavoratori che edificavano il quartiere Eur e gli sfrattati da zone centrali come il rione Monti. Fino a qualche anno fa era considerato, in generale, una zona degradata. Oggi si presenta come un quartiere popoloso e multietnico da qualche tempo protagonista di una vera e propria “rivoluzione culturale” rivoluzione che, anche se non ha ancora portato il nome della borgata sulle guide turistiche, ha di fatto modificato sensibilmente lo stesso quartiere e la percezione che di esso ha il visitatore occasionale.

La voglia e la speranza di cambiamento delle persone che vivono nel quartiere ha dunque portato a questa sorta di rivoluzione culturale dal basso che, pur con  analogie rispetto ad altri quartieri di Roma teatro di belle e importanti opere da parte di street artist, ha fatto in modo  che il Trullo oggi si presenti con caratteristiche uniche e particolari.

In effetti i murales del Trullo sono diversi dagli altri realizzati a Roma: l’originale rigenerazione urbana di questo quartiere è legata non solo a pennelli e a colori, ma anche alla poesia. Versi poetici e murales hanno creato e continuano a creare una particolare simbiosi artistica che, evidentemente, riesce  ad emozionare. Murales e versi, immagini e parole che partono dalle cose quotidiane per toccare cinema, musica, pittura…

Tutto nasce da due entità che costituiscono l’anima di quanto realizzato : “i poeti der Trullo”, un gruppo di ragazzi del quartiere che iniziano a dare voce alla periferia attraverso la poesia; e “i pittori anonimi del Trullo” un gruppo di artisti poco conosciuti che, con i loro pennelli, si sono dati l’obiettivo di creare connessioni con e tra la gente al fine di rendere meno anonima e solitaria la vita del quartiere cambiando con i loro colori le strade e rendendole più belle sia per gli abitanti che per i passanti.

I giovani poeti, che si sono definiti “metroromantici” , hanno specificato in un manifesto che intendono utilizzare la poesia “per guardare il mondo e non per raccontarlo”, che, con il  loro romanticismo metropolitano, cercano la forza dei sentimenti, provano a vivere a pieno le emozioni, vogliono  leggere il senso e la potenza dell’infinito. Muri, saracinesche e panchine sono la carta per dipingere i loro versi a volte leggeri o malinconici altre carichi di rabbia.

Questi giovani poeti di strada hanno deciso di mettere in versi la loro quotidianità  definendosi  “un coro che soffia e diffonde, da un piccolo pezzo di mondo chiamato Trullo, il vento poetico del Metroromanticismo”.

Mario D’Amico, un esponente dei “Pittori anonimi del Trullo” dice “ Noi siamo come i pagliacci che vanno negli ospedali a portare il sorriso alla gente”. Questi artisti di strada si sono quindi posti l’obiettivo di incentivare, con la loro arte, la socializzazione. Qualche anno fa, una notte, iniziarono il  tentativo di cambiare il quartiere rigenerandolo con i loro murales. La gente reagì con stupore e contentezza. “Quando facciamo un disegno nuovo- dice Mario- suoniamo a tutti e chiediamo la loro approvazione. Basta un solo no per interrompere il progetto” Sembra non sia mai accaduto. Anzi gli abitanti hanno iniziato ad ornare giardini, finestre e balconi con “versi e pittura”.

In tale ambito, la più importante azione di riqualificazione del quartiere è avvenuta in occasione della terza edizione del Festival Internazionale di Poesia di Strada tenuto dal 16 al 18 ottobre 2015, una manifestazione incentrata sul tema dei viandanti dove l’idea di viaggio come migrazione ha stimolato la creatività di artisti e poeti su un tema particolarmente attuale. Il festival ha trasformato il quartiere in un laboratorio creativo con la partecipazione sia di artisti locali che muralisti di fama internazionale. Complessivamente venti poeti e dieci pittori che hanno realizzato dodici opere sul tema. Ma vediamo alcune opere realizzate al Trullo in questa occasione o anche in tempi diversi.

“Il viandante” è il murale in cui Luis Gomez de Teran ritrae uno dei personaggi  più famosi del quartiere,  Mario D’Amico, il pittore originario dello stesso quartiere che con i “Pittori anonimi del Trullo” ha dato il via all’opera di recupero. Gomez, nasce a Caracas nel 1980 e, dopo aver  vissuto tre anni a Miami, si trasferisce a vivere a Roma con la madre e i nonni. Da bambino viene influenzato  dai dipinti  delle chiese storiche del centro di Roma, é autodidatta e dipinge lasciando allo spettatore l’interpretazione dell’opera anche perché, secondo lui, spesso queste interpretazioni sono più interessanti di quelle che lo avevano indotto a creare l’opera stessa. In questo caso però Gomez ha riportato per intero sul murale la poesia “ovunque sono” che Maurizio Mequio, il “poeta del nulla” ha scritto ispirandosi al murale. Mequio  un giornalista, pittore e scrittore che lavora come educatore in un centro di prima accoglienza per migranti che non hanno raggiunto la maggiore età.

Pioveva rabbia
e lei danzava, nera
sul cemento.

Correva il film del mio lasciare,
oltre il campo
a veder la luce
e lei mi tirava fisso al mondo.

Sono uscito all’alba
da tende e case,
piene e vuote,
sempre il suo bacio
caro, sulla mia fronte.

Freddo il piazzale,
bagnato il prato,
mi copriva delle parole di mia madre.
Non sentivo altro.
Non sentivo il vento.

Tra i segni della mia vita,
scalza, mi seguiva.
Mi rotolavo su di lei
da bambino.
Ora annulla la mia solitudine
sacrificando il suo volto.

Se mi ritraggo si allunga,
se sono in bilico
mi afferra.

Il nero che vedo
lungo il cammino
contiene tutto.
Fa lo zingaro viandante
e il viandante specchio dell’uomo.

La mia ombra
è la mia casa,
il mio linguaggio.

Anche Solo è un pittore che è cresciuto al Trullo; in questo murale ha ritratto Laura, una ragazza scomparsa. Nel murale seguente Solo, con uno stile fumettistico e sicuramente diretto ha rappresentato Nina, la protagonista di una nota canzone romanesca di inizio 900 che piange e si asciuga le lacrime :situazione psicologica in contrasto con i vivacissimi colori del dipinto e anche con i versi sul pilastro accanto del poeta Er Bestia.

Moby Dick, confermando  la propria vocazione ambientalista, ha dipinto una giraffa che ricorda un brutto episodio che vide una cacciatrice americana uccidere appunto una giraffa nera per di più vantandosene sui social, L’artista sottolinea, con una mazzetta di banconote davanti all’animale, gli affari che si  fanno a danno della fauna e dell’ambiente in generale.

Nella piazzetta adiacente al mercato del Trullo Mercy ha dipinto un murale che sembra volerti inghiottire nello spazio con un verso di Mister Caos in evidenza.

Jorit, un artista napoletano, é l’autore di questo murale che colpisce per il suo realismo. Sulla parete di questo edificio é stato dipinto un personaggio dallo sguardo enigmatico; si tratta di  Christian, un giovane calciatore di talento, dalla vita, fuori dal campo, caratterizzata da eccessi, protagonista di un film, appunto “Il Campione”, girato in buona parte al Trullo. Sul volto di Christian Jorit inserisce la sua firma, i segni di sangue, simboli tribali di iniziazione, un messaggio chiaro e diretto: sono della tribù, quella tribù di cui tutta l’umanità fa parte, senza differenze di classe, religione o colore. Poco distante dal murale di Jorit, Cerino ha rappresentato il suo occhio specchio dell’anima in una complessa geometria cromatica.

Sulle mura di un edificio scolastico, Diamond, un artista molto noto e autore, tra l’altro, di un bellissimo murale nel complesso di Tormarancia,  con il suo caratteristico  stile liberty – art nouveau ha realizzato un dipinto dai dettagli molto curati accompagnato da un verso delle Poesie PopCorn: un altro progetto di social street poetry particolarmente attivo al Trullo, promotore delle diverse iniziative insieme a quelli già menzionati

A via Ventimiglia due opere recenti raffigurano due donne , Greta Thunberg e Samantha Cristoforetti.

Manuela Mello con i suoi originali dipinti ha voluto sottolineare l’importanza del camminare, un gesto ecologico che permette di soffermarsi sulle piccole cose della vita dandole un valore diverso. Entrambe le opere sono state realizzate in occasione della VII edizione della Giornata Nazionale del Camminare e dell’iniziativa “Periferia delle Meraviglie. Trullo Corviale in cammino”. Da un lato la sostenibilità, dall’altro il dono di arte e poesia da parte degli artisti e dei poeti di strada: una sollecitazione a regalarsi una semplice passeggiata alla scoperta di questi valori.(!)