Gli archeologi ritengono che le popolazioni del massiccio colombiano si siano sviluppate in quattro periodi: il periodo arcaico dal 3300a.C. al 1110 a.C., il periodo formativo dal 1110 a. C. al 200 a.C. , il periodo classico dal 200 a. C. al 700 d.C. e il periodo che definiscono recente che va dal 700 d.C. al 1500 d. C.  Si trattava di civiltà primitive che abitavano le valli dei fiumi Magdalena e Cauca in siti dominati da picchi altissimi e poco accessibili e che si spostavano soprattutto su questi fiumi le cui sorgenti sono vicine a San Agustin. Evidentemente queste popolazioni, disponendo sul terreno di grosse pietre vulcaniche che si prestavano ad essere scolpite per la loro non eccessiva durezza, iniziarono a realizzare quelle opere che sono state ritrovate nei pressi di San Agustin.

Sono state portate alla luce oltre 500 statue, nonché reperti in ceramica e pochi oggetti in oro. I locali affermano, circostanziando i loro racconti, che sarebbero state riportate alla luce oltre 5000 statue poi finite in massima parte in collezioni private in tutto il mondo ( in proposito va ricordato che solo nel 1980 in Colombia è stata approvata una legge che protegge e rende lo Stato proprietario dei beni culturali rinvenuti su suolo privato). In ogni caso le sculture di San Agustin sono suggestive e, in un certo senso, misteriose per la mancanza assoluta di documentazione che consenta una ricostruzione storica; inoltre sono state trovate e collocate in un paesaggio molto bello tra verdi colline dominate da picchi elevati  vicine a fiumi e cascate.

Ho avuto modo di apprezzare questo patrimonio archeologico grazie all’aiuto e alle spiegazioni di una brava guida locale, un ex professore, Julio Cesar Ordonez . Le diverse statue sono tutte da attribuirsi al periodo classico (200 a.C. 700 d. C.), ma sulle comunità che le hanno realizzate si è scoperto molto poco, anche perché queste popolazioni non possedevano un linguaggio scritto e scomparvero diversi secoli prima dell’arrivo degli europei. Si tenta allora di interpretare le sculture partendo da quelle credenze e tradizioni ancora presenti nelle popolazioni locali e che hanno origini lontanissime nel tempo. Il cosmo di quei popoli ha 9 livelli: il quinto è quello in cui vivono gli uomini, poi c’è un “supramundo” di 4 livelli (superiori) e un “inframundo” di 4  livelli inferiori. Aspirazione dell’uomo è la conquista del livello superiore attraverso un comportamento che risponde a leggi  non molto diverse da quelle di altre religioni ( aiutare gli altri uomini, utilizzare il sesso solo al fine di   procreare……..)Nell’iconografia indigena è il giaguaro che corrisponde al livello più alto del sopramundo, giaguaro riprodotto  nel volto di molte statue.

Tutte le statue rinvenute sono parte di una o più sepolture. La statua principale rappresenta la persona sepolta, le eventuali altre due sono i personaggi posti a guardia della tomba. Le statue sono collocate in 3 zone diverse (mesitas): nella prima si ritiene che le diverse tombe appartengano a personaggi della politica e dell’amministrazione.

La seconda mesita è collegata alla vita e alla maternità. Ripresa dall’alto questa zona ha la forma di un cuore.

 

La terza mesita è quella dedicata a personaggi legati alla religione.

Accanto alle mesitas si trova la Fuente de Lavapatas, labirintico complesso di canali e vasche terrazzate scavate nel letto di un torrente decorate con immagini di animali e figure umane sicuramente utilizzato a fini rituali.

Ma le risorse archeologiche di San Agustin non sono solo quelle del parco archeologico e delle sue mesitas: prendendo una strada che si dirige verso il rio Magdalena dopo circa due Km di sterrato particolarmente impervio si imbocca una ripida discesa a gradoni che finisce su un  terrazzamento che da una parte guarda il fiume

e dall’altra una scultura sulla roccia: la Chaquira