Un paio di pause dai temi storico-archeologici per dedicare un po’ di tempo al lato naturalistico della Thailandia. La prima giornata l’ho trascorsa nel parco nazionale di Khao Yai, un’area di 2166 kmq circa, 120 km a nord est di Bangkok.
Si estende su cinque diversi tipi di foreste arrivando fino a 1350 m di altitudine con tante cascate, 300 tipi di uccelli e 20 grandi mammiferi terrestri tra cui elefanti, tigri gibboni, macachi…. Stabilito che gli incontri ravvicinati con la fauna sono in genere casuali e richiedono tempo e accorgimenti, ho deciso di percorrere i sentieri della zona di Haew Suwat che consentono di godere di piacevoli scorci sulla foresta e di arrivare a due diverse cascate. Confidavo che, nonostante l’ultima stagione non troppo ricca di pioggia, un po’ d’acqua ci sarebbe stata.
Gli elefanti che si muovono liberi in questa area, estesa come una piccola regione italiana, sono circa 500. Se poi qualcuno di questi decide di attraversare o muoversi lungo il nastro di asfalto che attraversa il parco, l’automobile che l’incrocia non può che fermarsi o rallentare, tenendosi a debita distanza (severamente vietato scendere dal veicolo).
Il viaggio può riprendere quando l’elefante decide di addentrarsi di nuovo nella foresta.
L’altra giornata l’ho invece dedicata al parco nazionale Doi Inthanon. Prende il nome dalla vetta più alta del Paese (2565m) ed è situato poco a sud ovest di Chiang Mai. Al di là delle 380 specie ornitologiche, delle cascate e dei bei panorami su picchi verdeggianti, è interessante la presenza di villaggi tribali Karen e Hmong.
In proposito c’è un progetto agricolo per le tribù delle colline per la produzione di fragole, mele, fiori e altro destinato alla vendita. In alcune aree del parco c’erano coltivazioni di papaveri per la produzione di oppio su terreni sottratti alla foresta. Negli ultimi anni si è proceduto a un rimboschimento di quelle aree e i contadini sono stati incoraggiati a sostituire il caffè ai papaveri.
Ho percorso alcuni sentieri accompagnato da una guida Karen terminando poi nel suo villaggio dove mi è stato offerto un buon caffè di loro produzione.
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