Ahmedabad é la principale città del Gujarat. Il primo impatto con un traffico caotico, praticamente ad ogni ora, rumore e aria soffocante, non é dei migliori, come spesso accade in tutte le popolose città indiane.
Ad un esame più attento, dopo un pò, si inizia ad apprezzare la ricca architettura, dal XV al XXI secolo, e il vivace brulicare di una folla variopinta di etnie e religioni diverse che si muove tra mercati, botteghe artigiane, templi e moschee. Una passeggiata nella città vecchia, sulla sponda orientale del fiume Sabarmati, offre scorci e incontri decisamente interessanti. La città vecchia una volta era circondata da mura di oltre 10 Km di lunghezza; oggi restano solo 15 possenti porte che spuntano isolate in mezzo ad un traffico impazzito.
Tra il XV e XVI secolo, all’epoca del sultanato del Gujarat, vennero edificate molte moschee in pietra caratterizzate da uno stile singolare che tendeva ad incorporare elementi hindu e giainisti.
Jama Masjid, una delle più belle moschee dell’India, venne costruita con materiali provenienti dalla demolizione di templi hindù e giianisti.
Le donne non sono ammesse nelle sale di preghiera effettive e, in alcuni casi, non possono accedere a tutta l’area del complesso religioso. La moschea di Siddi Sayid costruita nel 1573, anno in cui i Moghul conquistarono il Gujarat, presenta delle jali di fattura estemamente raffinata come quella della foto di sopra rappresentante l’albero della vita
Questi luoghi di preghiera spesso si animano di una folla di fedeli che non vanno solo a pregare, ma sostano nei cortili a conversare e a incontrare gli amici. E’ il caso della più antica moschea della città risalente al 1411, quella di Ahmed Shah, costruita per il sultano e i nobili all’interno dell’antica cittadella.
Tra l’altro l’interno delle cupole, decorato con incisioni elaborate, presenta una simmetria circolare molto simile a quella dei templi hindù e giainisti.
Numerose e modeste sono le botteghe artigiane che si incontrano, quella del barbiere che esibisce nel suo locale alcune maioliche italiane avute da un suo congiunto emigrato;
o il ricamatore che afferma che la sua professione scomparirà a breve perché non vi é alcun giovane che ha voglia di intraprenderla
Dai 35 ai 40 cm. al giorno é quanto riesce a ricamare.
Addentrandosi nel labirinto di vecchie stradine e allontanandosi un pò dalla grande folla, è davvero sorprendente quello che si trova:
un antico tempio dall’esterno in parte fatiscente, ma che ha conservato delle pregevoli sculture
L’interno é poi tenuto in ordine da alcune donne.
Poco più avanti abitazioni che hanno visto anni migliori, ma che presentano sulle facciate belle sculture in tek accanto a tettoie in lamiera.
Un’antica costruzione oggi utilizzata per una scuola
Attraverso strade tra bancarelle ed esercizi commerciali
si raggiunge Rani Na Hazira, la tomba della regina di Ahmed Shah, su una piattaforma sopraelevata circondata da banchi del mercato. Notevoli le jali, una diversa dall’altra.
Effettivamente con le tue foto è resoconti non è così indispensabile intraprendere personalmente questi viaggi.
Sto’ viaggiando.
Pino
No, no direttamente è tutta un’altra cosa….ci sono sensazioni che non si possono trasferire con l’immagine e lo scritto…..ciao
Molto molto interessante e…poetico