Puri, città indiana sul golfo del Bengala di circa 160000 abitanti, famoso centro di pellegrinaggio dell’induismo al tempio di Jagannath (da una combinazione delle parole sanscrite Jagat- universo- e Nath- Signore-) dedicato a Vishnù.

Il tempio rappresenta una delle quattro tappe del Char Dham originale, il pellegrinaggio che ogni Indù dovrebbe compiere almeno una volta nella propria vita. Ricostruito nel XII secolo e successivamente restaurato dopo diversi saccheggi, è inaccessibile  ai non induisti.

Si tratta di una vera e propria cittadina religiosa per la quale lavorano circa 6000 persone tra sacerdoti, servitori del dio, amministratori, coristi, guardiani, operai e così via: in pratica la vita di quasi un terzo della popolazione di Puri dipende direttamente o indirettamente dal tempio. Il collegio dei sacerdoti è diviso in 36 ordini e 97 classi con a capo il raja di Puri.

Anche se non è possibile per un non induista accedere al tempio, tra l’altro circondato da una cinta muraria di 6 metri di altezza, è particolarmente suggestivo osservare la folla di pellegrini che sciama nelle vie: i volti da cui  traspare l’importanza che essi attribuiscono all’evento che stanno vivendo e il misticismo nei loro sguardi e nei loro atteggiamenti.

Vishvambhara Mishra (1485-1533), un visionario seguace di Vishnù conosciuto col nome di Chaitanya, trascorse a Puri gli ultimi anni della sua vita e fu definito una reincarnazione del dio dai suoi fedeli ; fu il fondatore di una setta Visnhuitica che tenendo in nessun conto le pratiche ascetiche,  esalta invece il culto e l’amore ( bhakti) per Kṛiṣhna – ottavo avatara di Vishnù- e per la sua divina amante  Radha.