Si è conclusa da poco la terza edizione di “Street Art For Rights”, manifestazione che, attraverso la street art, ha favorito la diffusione della cultura della sostenibilità in corrispondenza con i 17 obiettivi dell’agenda ONU. Street Art For Rights, dal 2021, ha consentito la realizzazione di più di 30 opere in diversi quartieri  periferici romani e in altre località laziali trasformando lo spazio urbano in una galleria d’arte dove gli artisti hanno potuto liberamente esprimersi con immagini che non sono riservate solo a un pubblico di élite, ma sono viste e apprezzate da un grande numero di cittadini.  Il filo conduttore del progetto è stato quello dei temi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ovvero il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 dai governi dei Paesi membri delle Nazioni Unite e approvato dall’assemblea generale dell’ONU; un programma che mira a realizzare una società migliore coinvolgendo le dimensioni sociale, economica, ambientale ed istituzionale.  Tra i quartieri periferici romani coinvolti nell’iniziativa spicca per il numero di opere realizzate quello di via Settecamini e via di Casal Bianco. In questo quartiere i murales  hanno contribuito a riqualificare l’area, e la street art ha promosso la diffusione della cultura della sostenibilità. In proposito è risultata coerente ed appropriata la scelta di utilizzare vernici ( brevetto “airlite”) che reagiscono con gli inquinanti trasformandoli in sostanze inerti attraverso un processo chimico attivato dalla luce solare. Facciamo una passeggiata tra le pareti delle palazzine Ater di via Casal Bianco e di via Settecamini, dove artisti noti per qualità professionali ed impegno civile hanno creato un interessante e colorato museo a cielo aperto che proviamo a esaminare in dettaglio.

Diamond nell’opera “ Sconfiggere la fame” rappresenta una geisha che mangia frittelle di riso, il cereale più diffuso al mondo; le frittelle rappresentano non solo il sostentamento , ma anche la conoscenza e  la cultura cui attingono anche i capelli della geisha, trasformati in mani, al fine di nutrire la mente.

Solo, nel murale “Sconfiggere la povertà” rappresenta Lady Marian che preoccupata guarda l’avviso di taglia su Robin Hood: conflitto tra ricchezza e povertà e impegno per colmare le disuguaglianze.

La giovane street artist milanese SteReal per trattare il  tema dell’acqua e dell’igiene sceglie di non raffigurare direttamente l’elemento, bensì di disegnare il lavoro ovvero il movimento connesso ad un’azione legata all’immaginario culturale dell’Italia rurale quando ancora l’acqua corrente non c’era e si prendeva al pozzo, come ancora oggi accade in diversi Paesi del mondo. Le mani sulla fune tirata di un pozzo con cui SteReal propone il tema dell’acqua sottolineando quanto essa sia preziosa.

Per l’obiettivo 9 “imprese, innovazione, infrastrutture” l’artista  Virginio Vona, ha rappresentato una scena urbana, una città di palazzi, strade, ponti, treni; ma qui i treni non hanno binari né stazioni, i palazzi non hanno fondamenta, sembrano sospesi nell’aria, i ponti non collegano nulla di reale, ci ricordano però quelli delle banconote, collegano solo le persone. Tutte figure spigolose create da linee vorticose con colori freddi e violacei. Chi guarda deciderà se lo scenario è reale o immaginario e se è presente o futuro.

Giulia Bernini (Oblò) , artista che scompone e ricompone immagini utilizzando abilmente lo strumento digitale, ha realizzato per  l’obiettivo 5 “parità di genere”, un tributo a Yayoi Kusama artista oggi 92enne che negli anni ’60 approda nella New York di Warhol. Yayoi Kusama è tra le più riconosciute avanguardie artistico culturali a livello mondiale ed è un puro esempio di icona del femminismo; emerge prepotentemente nella lotta contro il sessismo e i pregiudizi nei confronti delle malattie mentali.

Tina Loiodice in “Art.3 diritto ad un’infanzia felice” rappresenta una bambina sorridente con in mano un girasole, fiore della vita e dell’allegria: certamente un bambino felice crescendo potrà  contribuire più efficacemente a migliorare la società. Il foglio che si intravede in alto con disegni colorati rappresenta uno degli oltre 4000 disegni realizzati dai bambini ebrei deportati a Terezin e ritrovati dopo la conclusione della guerra.

Etnik, artista di fama internazionale di origine svedese e attualmente residente a Torino, è presente sulla scena dell’arte urbana da oltre 30 anni. A Settecamini ha realizzato un’opera ispirata al consumo sostenibile ( obiettivo 12 ONU) “ La casa nella casa” che, oltre ad esprimere una visione dell’architettura abitativa e dei relativi temi ecologici e di riciclo, con raffigurazioni geometriche di forme, di volumi e di colori che tendono a divenire astratte, vuole rappresentare  l’equilibrio precario e poco stabile dell’essere umano dovuto alla velocità inarrestabile del mondo contemporaneo

Attorep (Antonino Perrotta), é un artista che si è affermato dal 2015, ha esposto al MACRO ed é conosciuto per i suoi ritratti “romantici”. In collegamento col tema “Ridurre le disuguaglianze” (obiettivo 10), ha dipinto due volti posti uno di fronte all’altro, non identificabili per etnia e sesso, che si guardano negli occhi in modo profondo e amorevole a significare un messaggio di integrazione e inclusione.

Manuela Merlo, artista romana in arte UMAN, é conosciuta per numerosi interventi in diversi quartieri romani e, in particolare, nella borgata del Trullo dove collabora con i “pittori anonimi del Trullo” in progetti sociali. A Settecamini ha dipinto “Pace, giustizia e istituzioni solide” ( obiettivo 16 ) . La giustizia è rappresentata da una donna affascinante dal volto sereno incorniciato da una capigliatura rossa. La donna, che indossa due orecchini a forma di bilancia, tiene tra le braccia una colomba bianca, universale simbolo di pace. Le due colombe di carta in volo vogliono rappresentare la fragilità della pace.

L’obiettivo 15 “Vita sulla terra” è rappresentato da Natalia Rak con il murales “Melody of the soul”:  un bambino o una creatura dei boschi che, seduto su un tronco, suona il flauto e con la sua melodia provoca la danza di piante, fiori e farfalle. Il bambino è seduto su un tronco tagliato a simboleggiare la deforestazione e la desertificazione, ma suona per infondere speranza perché non è ancora troppo tardi per salvaguardare la biodiversità e dare origine a nuova vita. Natalia Rak è un’artista polacca con opere esposte in tutta Europa  (Dusseldorf, Barcellona, Strasburgo…).

Per l’obiettivo 11 “Città e comunità sostenibili” il fumettista, cantautore chitarrista Davide Toffolo, insieme a Marco Gortana ,in arte Marqus, street artist di Pordenone che ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha affrontato satiricamente il tema dell’inquinamento urbano raffigurando un gorilla enorme e compiaciuto, dominatore di una città dall’estensione indefinita. Condanna del consumismo, dell’urbanizzazione selvaggia e del mancato rispetto dell’ambiente.

L’artista Fabio Petani é noto per i suoi lavori caratterizzati da “una disordinata armonia di linee, forme e volumi”; le sue opere sono ricche di particolari da cui emerge una complessità organica in continua evoluzione.  Per “lotta al cambiamento climatico” (obiettivo 13) ha rappresentato un immenso ghiacciaio che si scioglie e  si trasforma in un deserto. Tutto avviene all’interno di una clessidra astratta che scandisce lo scorrere del tempo, variabile cruciale per salvare il nostro ecosistema.

Infine un murales di Gomez, eclettico artista,  su un argomento di attualità: la guerra e le sue principali vittime, quelle innocenti, i bambini. Gomez ha dipinto uno stupendo volto di bambina: Polina, 10 anni, una bambina felice che frequentava la quinta elementare a Kiev, una delle tante vittime della guerra in corso, uccisa insieme ai suoi genitori da una raffica di mitra degli invasori russi.