In questa parte della Colombia sud occidentale vivono quattro popolazioni indigene:  Misak, Paez, Yanacona e Emberà . I Misak, detti anche Guambianos, costituiscono un gruppo di circa 25.000 unità e ogni martedì si recano al mercato di Silvia, pueblo a circa un’ora di auto da Popayan, a scambiare e a vendere i propri prodotti. Ho avuto modo di visitare non solo il mercato, ma anche famiglie e piccole aziende contadine grazie alla persona che mi ha accompagnato, Alex Paz Gomez il quale sembra avere con questa popolazione un rapporto di buona amicizia. Il territorio intorno a Silvia si presenta verdeggiante, con campi coltivati e pascoli a perdita d’occhio

    E’ questo il territorio assegnato dalla riforma agraria del 1998 ai Misak. Essi hanno nella loro terra scuole e università proprie nonché un’autorità indipendente.

     Si tratta di una popolazione molto attiva e anche solidale: infatti, qualche anno fa, quando una frana danneggiò irreparabilmente una parte delle terre occupate dai Paez, i Misak non esitarono a donare una parte del proprio territorio alla popolazione che aveva perso praticamente ogni cosa. E’ di etnia Misak l’unico indigeno che è stato in carica come governatore della provincia, Floro Tunuvala.

        Il martedì  si recano al mercato per scambiare, vendere o acquistare prodotti, ma è anche occasione per socializzare.

        Il mercato di Silvia si presenta vivacissimo con una grande abbondanza e varietà di prodotti;

       Sono le donne le più presenti e le più attive nella compravendita. Si recano al mercato con i loro abiti tradizionali: azzurra la parte superiore, nera la gonna con delle righe sul fondo che non sono casuali in quanto indicano la composizione della famiglia.

        Spesso hanno con loro un bastone che rappresenta un segno di autorità e di comando mentre di qualsiasi cosa si occupino continuano a filare col rocchetto che portano con sé.

                                                                                                                                                                                                          D’altra parte è una donna la responsabile del loro centro di medicina naturale. L’ho visitato, a pochi chilometri da Silvia : vi si coltivano le diverse erbe medicinali e si preparano prodotti con ricette tramandate negli anni la cui efficacia sembra garantita dalle tante persone non appartenenti alla  cultura  Misak che si recano lì appositamente per acquistarli. Lungo la strada poi si trova anche un ospedale-Misak- di medicina tradizionale. Gli uomini Misak, nei dintorni del mercato, sembrano considerare il martedì un giorno di relax, ma non si deve pensare che siano pigri: basta girare per le loro fincas per constatare quanto e come lavorano senza trascurare la solidarietà, infatti ho trovato diversi gruppi familiari che aiutavano un vicino in un lavoro di edilizia svolgendo quello che loro chiamano “trabaco comunitario”.