In India vi sono 437 tribù di cui 62 solo in Orissa (circa 7.000.000 di persone). Queste tribù hanno in comune caratteristiche socio-culturali che rendono omogenea la loro primitiva cultura tribale. I loro villaggi, in maggioranza unietnici, sono situati in zone collinose o boscose e solitamente lontane dalle pianure alluvionali vicino ai fiumi. Vivono di caccia, pesca e agricoltura. Questa economia di sussistenza, limitata a soddisfare i bisogni della famiglia, è caratterizzata da una tecnologia semplice, con produzioni in piccola scala e nessun investimento di capitali. E’ un’economia primitiva dovuta alla povertà dell’ambiente e alla mancanza di conoscenza di efficienti tecniche di sfruttamento delle risorse naturali, che implica anche il baratto e la mancanza di scambi commerciali. Senza trascurare l’assenza di energia per l’irrigazione, l’inadeguatezza delle strade (quando ci sono!), la mancanza di istruzione e di prospettive di modernizzazione. Tra le tribù dell’Orissa i Bonda ( o Bondo) formano una comunità di circa 5000 persone, insediate sulle selvagge colline del distretto di Malkangiri.

Essi appartengono al gruppo di tribù che praticano la rotazione nella coltivazione anche spostandosi da un luogo all’altro. Durante i monsoni predispongono terrazzamenti lungo i ruscelli e sempre nella medesima stagione si procurano nuova terra da coltivare abbattendo tratti di foreste e accendendo fuochi. Questo metodo “taglia e brucia” è però un procedimento dispendioso che consente una produttività di breve durata al prezzo di una rapida distruzione delle foreste residue. Poiché nessuno è in grado di offrire una concreta soluzione al problema, la situazione si aggrava rapidamente. I Bonda infatti sono fortemente legati al loro tipo di agricoltura dal quale ricavano scarsi ortaggi, ma frutta abbondante. Sono particolarmente gelosi dei loro alberi di salap e mahula da cui ricavano le bevande alcooliche di cui fanno largo uso e che rivendono ai mercati settimanali locali  (click) ricavandone un piccolo reddito. La semina degli ortaggi avviene in maniera primordiale: quando la stagione è opportuna, mischiano tra loro i semi di vari ortaggi che poi sparpagliano disordinatamente sul terreno. La pioggia più o meno abbondante e le condizioni climatiche daranno di volta in volta maggior probabilità di crescita a questo piuttosto che a quel tipo di seme. Il prodotto raccolto è però di norma scarso in qualità e dimensioni. Noti anche come i pigmei dell’Orissa, i Bonda sono un’etnia di lingua austrasiatica che l’isolamento ha reso incomprensibile anche ad altre tribù appartenenti allo stesso ceppo linguistico. Sono di statura minuta e con tratti somatici che ricordano quelli degli aborigeni australiani, ma hanno gambe sottili e ben fatte. (click)

Di tutte le tribù delle terre alte i Bonda son probabilmente i più primitivi. Vivendo in remote colline ad un’altitudine di 1000 m. o più in territori mai considerati dagli indù perché difficilmente sfruttabili dal punto di vista agricolo, sono riusciti a mantenere intatti i loro costumi e le loro tradizioni. E’ nota l’irascibilità dei Bonda che, quando si combina al largo uso di bevande alcooliche (che essi stessi ottengono dalla fermentazione di diversi vegetali), da spazio a tendenze omicide. Un uomo Bonda, se provocato, non esita a scoccare con il suo arco una freccia avvelenata e ad uccidere, nel caso, anche parenti ed amici. Pur essendo divisi in sottotribù e clan, il villaggio è l’unica unità sociale esogama. La moglie perciò può appartenere a qualsiasi clan, ma deve essere scelta in un altro villaggio. La particolarità più curiosa della vita sociale è che i matrimoni sono celebrati tra donne adulte e bambini: una giovane donna di 16-17 anni sposa di solito un ragazzino di 8-10 anni con la speranza che una volta divenuto grande questi possa badare a lei sino alla sua vecchiaia senza rischiare la vedovanza. E’ molto frequente che il fratello maggiore del ragazzino o anche il padre coabitino con la donna presa in moglie, ma questa convivenza, con le implicazioni sessuali che ciò comporta, è spesso fonte all’interno della famiglia di litigi e combattimenti che possono anche sfociare in uccisioni.

La religione delle tribù dell’Orissa é un miscuglio di animismo, animalismo, natura-culto, feticismo, sciamanesimo e antropomorfismo e include anche il culto degli  antenati ovvero un insieme di pratiche e credenze basate sull’idea che i membri defunti di una famiglia veglino sui propri discendenti e possano influire positivamente o negativamente sul loro destino. Tali credenze hanno lo scopo di garantire la sicurezza personale e la felicità così come il benessere della comunità, nonché il recupero della fertilità del suolo, la protezione delle colture, il benessere del bestiame, la sicurezza contro gli animali predatori…. I Bonda  costruiscono ancora monumenti religiosi e funebri megalitici: quando muore un parente innalzano un menhir nei pressi del villaggio e, a tre anni dalla morte, erigono un dolmen a ricordo del defunto lungo il sentiero che parte dall’abitato. La loro religione prevede tutta una serie di sacrifici per ingraziarsi le divinità e gli spiriti dell’agricoltura e in favore della dea della terra viene sacrificato un maiale una volta all’anno, all’inizio della primavera, ma il sacrificio più solenne, per casi eccezionali, ha come vittima il toro. Le popolazioni tribali esprimono la loro identità culturale nella loro organizzazione sociale, nella loro lingua, nei loro rituali, nelle loro feste e anche nel loro modo di vestire e di ornarsi oltre che nella loro arte e artigianato. I vestiti non servono solo a coprire il corpo ma riflettono l’identità culturale e il sentimento di appartenenza alla tribù. I Bonda tessono i loro vestiti a differenza di altre tribù che acquistano gli abiti da un’altra comunità.

Il costume tribale esprime l’unicità della specifica comunità, la sua identità. Il possesso del giusto tipo di vestito è una questione di orgoglio e una grande fonte di entusiasmo. Il ringa delle donne Bonda e tutto il loro abbigliamento ha quindi un significato sociale e culturale: esse vestono in maniera assai succinta, ai fianchi portano una gonnellina incredibilmente minuscola (ringa) che esse stesse tessono al telaio di casa, mentre il petto nudo è ricoperto solo con numerosi fili di perline. Bracciali, cinture metalliche e altri ornamenti vari (click) coprono con profusione le loro nudità. Le teste vengono rasate completamente e poi ricoperte con altri fili di perline. Larghi e grossi collari circolari in bronzo o alluminio, così stretti che non possono mai essere tolti, coprono il collo.

Quando si recano al mercato settimanale  (click) indossano anche una  sciarpa o corta mantellina. Gli uomini,che tradizionalmente indossano solo un ridotto perizoma, quando si recano ai mercati settimanali vestono calzoni e una sorta di camicia.