Non si sa molto sulle antiche civiltà che vivevano nel territorio dell’attuale Costa Rica. La zona certamente non era molto abitata: 400.000 persone all’arrivo dei colonizzatori. Si trattava comunque di un territorio situato tra le due grandi civiltà antiche, quella andina e quella mesoamericana, che doveva pertanto far parte di quella estesa zona commerciale che partiva dal Perù e raggiungeva il Messico. Tale territorio era abitato da una ventina di tribù organizzate in regni tribali con al vertice un capo assoluto, il cacique, al di sotto del quale erano gli sciamani, i guerrieri, i lavoratori e gli schiavi. La lingua di una di queste tribù, gli Huetar della meseta central, era conosciuta da tutti i gruppi nativi del Costa Rica, a testimonianza dell’influenza di tale popolazione. Guayabo si trova appunto nella meseta central ed è l’unico sito archeologico di rilievo sin qui scoperto in Costa Rica. Si ritiene che Guayabo abbia avuto il massimo splendore verso l’800 d.C., quando contava circa 20.000 abitanti. Oggi il visitatore, in un sito magnifico, (si trova all’interno del Parco del vulcano Turrialba),

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seguendo un percorso di circa 2 Km., può ammirare ciò che resta dei petroglifi, (click) delle tombe, delle abitazioni, di un’antica strada lastricata (click) e dell’ acquedotto con un sistema idraulico tuttora funzionante e in grado di fornire acqua potabile alla zona. Il sito, che probabilmente fu abitato sin dall’anno 1000 a.C. e misteriosamente abbandonato intorno al 1400 d.C., si estende per oltre 2 Kmq e si è conservato protetto da un fitta foresta. Nel 1968 furono avviati scavi archeologici sistematici grazie ai quali furono rinvenute ceramiche policrome, ornamenti d’oro di squisita fattura, nonché statue insolite (tutto esposto al museo archeologico a San José). Non si tratta  dei grandi complessi di piramidi rinvenuti in altri luoghi, ma certamente Guayabo appare come un regno organizzato con un centro cerimoniale.  Tra le comunità di nativi si tramandano per tradizione orale racconti di altre città perdute e, poiché il Paese è per lo più costituito da montagne inaccessibili e da foresta pluviale, non è priva di fondamento la speranza degli archeologi in tal senso.