Riprendo da dove ero arrivato nel precedente articolo: Tor Pignattara, quartiere situato nel quadrante est della capitale, che ha visto, negli ultimi anni, una importante attività  di riqualificazione.

Ad essa ha dato un contributo di rilievo proprio la street art, una forma d’arte che non solo ha  vivacizzato e colorato  anonime facciate di costruzioni architettonicamente poco esaltanti,

ma ha animato l’intero quartiere con decorazioni di edifici, di saracinesche di esercizi commerciali  e persino di cassonetti destinati alla raccolta differenziata dei rifiuti.

Un comitato di quartiere particolarmente attivo  ha promosso il progetto I Love Torpignart con l’obiettivo di rendere i muri disponibili gratuitamente per gli artisti e/o produrre murales direttamente.

Ma vediamone alcuni ricordando anche gli autori.

“Coffee Break” è stato realizzato da Etam Cru, una coppia di artisti polacchi che rispondono ai nomi di Sainer e Bezt entrambi laureati all’accademia di belle arti di Lodz e con i suoi oltre 30 metri di altezza è uno dei più alti murales di Roma. Si racconta che gli abitanti del palazzo, durante la realizzazione del murale, si offrivano spesso di preparare il caffè per gli artisti, ragione per cui gli stessi autori hanno finito per inserire un caffè bollente nell’opera.

Il murale qui sopra rappresenta un animale fantastico, incrocio tra un panda e una volpe ed è stato realizzato, con colori vivaci e delicati allo stesso tempo, dall’artista spagnolo Dulk, Antonio Segura Donat. Fin da bambino il pittore ha avuto una passione per gli animali (il padre allevava uccelli e teneva in casa pesci, cani e cavalli), dopo aver studiato arte e grafica all’università di Valencia, si trasferisce in Belgio dove viene fortemente influenzato dalla pittura fiamminga. Da qui una ricerca su paesaggio e natura con evidenti elementi surreali e fantastici e animali fiabeschi che sembrano ammonire su imminenti catastrofi ambientali.  Jef Aerosol- Jean Francois Perroy- un artista urbano nato a Nantes, è l’autore di “Tom Sawyer”(“ You can’t touch the ground until you’ve reached the sky” questa è la frase che fa da cornice all’opera).

Il murale, dipinto circa 5 anni fa, ha subito l’usura del tempo e ci conferma che tutte queste opere non vengono realizzate con l’obiettivo di essere “per sempre”.  C215, un altro pittore francese, Christian Guémy, ha realizzato un gatto, un uccello e l’espressivo volto di un vecchio.

Lo stesso Guémy afferma:“Non scelgo i luoghi in cui dipingo, dipingo nel luogo in cui mi trovo. Se lo scegliessi, sarebbe pubblicità, invece la mia unica intenzione è lasciare un segno, un marchio. Le strade sono la mia galleria e la gente comune è il soggetto che prediligo”. Lungo un asse particolarmente trafficato, Carlos Atoche, artista peruviano, ha decorato la facciata di un palazzo assecondando il desiderio della proprietaria.

Un murale intitolato Melting Faces § Stories § District è la sintesi di un progetto degli artisti Diavù, Lucamaleonte e Nic Alessandrini, frutto di una interazione con alcune famiglie del quartiere, quartiere da sempre abitato da una comunità multietnica.

David Diavù Vecchiato (Roma, 1970) è un artista e un  musicista tra i più noti e attivi street artist italiani ed è sulla scena editoriale e creativa dagli inizi degli Anni Novanta. Tra l’altro, è consulente di collezionisti privati e direttore artistico del progetto Mondopop, che promuove artisti di tutto il mondo vendendo opere e producendo mostre, performance, installazioni ed eventi live.
Insegna Fenomenologia delle Arti Contemporanee all’Istituto Europeo di Design di Roma.

 

Nell’ambito del progetto di riqualificazione del cinema Impero Diavù ha dedicato alcune sue opere a personaggi simbolo del cinema italiano con storie che, in qualche modo, si sono intrecciate con la vita del quartiere: Pier Paolo Pasolini, Anna Magnani, Mario Monicelli.

Della street art Diavù dice: “Arte, io la definisco così. L’etichetta “street” le è stata affibbiata perché è in strada, ma è semplicemente arte. Questa pratica di produrre immagini liberamente realizzate nella dimensione pubblica scatena una serie di dinamiche interessanti e quelle sono la vera novità, l’arte di per sé no. Per capirci, un’opera che compri e metti in casa tua ‒ al di là dell’acquisto come investimento ‒ può essere un simbolo per te, può avere un preciso significato affettivo o politico, suscitare in te emozioni e riflessioni, e comunque tutto ciò avviene in una sfera privata. Realizzata in strada la stessa opera diventa arte per tutti e ci costringe a confrontarci con essa, sia esteticamente che intellettualmente……….”

Proseguendo la passeggiata nella street art romana in direzione del Pigneto non mancano spunti e realizzazioni interessanti da cercare anche lungo strade lontane dai principali assi viari, messaggi di opere che arrivano in modo diverso a ciascun osservatore.